Come scegliere il cucciolo giusto: rivolgersi a un allevatore

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Partendo dal presupposto che un bravo allevatore saprà sempre aiutarvi nella scelta del cucciolo, bisogna anche precisare che conoscere il comportamento del cane da adulto sarà sempre difficile in quanto entrano in gioco moltissimi fattori ambientali che ha 7/8 settimane non sono presenti.

Rivolgersi sempre a un allevatore

Una volta che ci si è orientati sulla scelta della razza che incontra il proprio gusto estetico e si coniuga al contesto in cui il cucciolo sarà inserito a vivere (taglia, sesso, peculiarità del mantello, caratteristiche etologiche, luogo di vita, consistenza del nucleo familiare umano e così via), è assolutamente consigliabile rivolgersi a un allevamento riconosciuto dall’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana.

Ricorrere a un allevatore non è solo una garanzia di serietà professionale e affidabilità, ma consente anche di ottenere un cucciolo iscritto nei Libri Origine Italiani (la provenienza è quindi certa e si contribuisce, inoltre, a sostenere l’economia nazionale), pagandolo – tra l’altro – un prezzo sicuramente inferiore rispetto a quello richiesto da un commerciante di animali che magari vende cuccioli acquistati all’estero a poche decine di euro.

La raccomandazione è quella di selezionare più di un allevamento e di recarsi personalmente presso ciascuno, per avere così modo di parlare a lungo con i titolari, rendersi conto della gestione e della “filosofia” delle diverse strutture, e approfondire ulteriormente le conoscenze sulla razza prescelta.

Guardare e non toccare

Essere introdotti al cospetto di una cucciolata composta da tanti giovani animali in compagnia della mamma dei cuccioli è senza dubbio un’esperienza di notevole impatto visivo ed emotivo, al punto che il primo impulso è nella maggior parte dei casi quello di avvicinarsi per accarezzare i piccoli, prenderseli in braccio e distribuire coccole a destra e a manca.

Anche in questo caso, tuttavia, occorre anteporre il cervello al cuore, evitando di agire troppo di fretta e ponendo invece un freno ai nostri istinti per fermarsi a riflettere.

La visione d’insieme, infatti, ci permette di valutare in maniera complessiva i singoli soggetti, individuando magari chi tra loro è più intraprendente e chi rimane invece sotto l’ala protettiva della madre, chi si comporta timidamente e chi – differentemente – è più spavaldo, chi si dimostra in apparenza più tranquillo e chi – al contrario – manifesta già una certa prepotenza nel suo modo di rapportarsi ai fratelli.

Questo colpo d’occhio preliminare è utile per capire la reazione dei cagnolini alla presenza degli estranei e per cominciare a stabilire le prime simpatie, determinanti per il proseguire della selezione.

Quando ci si reca in un allevamento, la madre deve apparire in buona salute, fiduciosa e amichevole. Ottimi presupposti per sperare che lo siano anche i suoi cuccioli

Un cucciolo alla volta

Dopo l’approccio iniziale alla cucciolata e la prima scrematura sui singoli componenti della stessa, è opportuno chiedere all’allevatore il permesso di poter trascorrere qualche minuto con ciascuno dei cuccioli prescelti al fine di intensificare la conoscenza con loro e compiere una valutazione caratteriale e fisica più approfondita.

Estrapolati dal contesto della cucciolata (che talvolta può generare comportamenti di imitazione sulla scorta di quanto esibito dai fratelli) i giovani cuccioli mostreranno nei nostri riguardi reazioni più specifiche e veritiere (come per esempio timore, curiosità, atteggiamento amichevole, eccessiva sottomissione e così via) in grado di fornirci ulteriori indicazioni sulla scelta da compiere.

Nell’indirizzarsi in tal senso, poi, bisogna tenere conto anche di alcuni aspetti relativi allo stato di salute dei cuccioli: i segni più importanti sui quali fare affidamento sono la condizione corporea (diffidare, per esempio, dell’eccessiva magrezza), lo stato di cute e mantello, l’eventuale presenza di materiale che imbratta occhi e narici, la pulizia della regione peri-anale (non devono esserci tracce di diarrea), il cattivo odore emanato dalle orecchie e così via.

L’età migliore per l’adozione

Le ricerche condotte da etologi e psicologi canini nell’ultimo mezzo secolo non lasciano molti dubbi in proposito: l’età migliore per adottare un cucciolo è solo dopo la 12° settima settimana di vita, all’interno della quale si colloca lo stadio di socializzazione, cioè quella fase esistenziale in cui il giovane cane instaura le prime relazioni con gli altri esseri viventi e inizia a sviluppare il cosiddetto “attaccamento sociale”.

È questo, dunque, il periodo ideale in cui gettare le basi per un legame corretto, che si riveli nel tempo stabile e duraturo.

Un inserimento troppo precoce o troppo tardivo può essere fonte di problemi e causa potenziale dello sviluppo di disturbi comportamentali nel cane adulto.

Cuccioli messi troppo presto a contatto con l’uomo hanno maggiori probabilità di diventare adulti eccessivamente dipendenti, al punto da comportarsi poi in maniera asociale nei confronti dei propri simili.

Soggetti che, al contrario, non hanno mai avuto contatti con esseri umani nei primi tre mesi di vita, risulteranno in futuro più difficili da socializzare rispetto ai loro simili.