La socializzazione dei cuccioli e cani adulti

La socializzazione dei cuccioli e cani adulti

La socializzazione, dopo la fase dell’imprinting, è il periodo fondamentale per il cucciolo.

In questo periodo infatti il cucciolo di cane verrà messo a contatto con il mondo esterno (persone, animali, bambini, rumori in genere e tutto quello che da adulto potrà trovare intorno a sé).

A volte con una buona socializzazione, si possono recuperare alcuni errori fatti nella fase dell’imprinting oppure si può recuperare un imprinting assolutamente deficitario.

Tutto questo consentirà al cucciolo di crescere senza turbe psichiche, ansie, fobie, paure e diffidenze che spesso causano problemi di aggressività.

Lo stesso vale per il cane adulto, cioè quello che non è stato fatto nella fase di imprinting e successivamente nella fase della socializzazione, lo si potrà fare quando è già adulto, ovviamente in un tempo decisamente più lungo, rispettando sempre quelle che sono le caratteristiche del cane.

Nella fase della socializzazione il cucciolo e molto spesso anche il cane adulto, sarà curioso ma anche insicuro e spesso intimorito e diffidente.

Cercherà nell’uomo una figura leader, una figura rassicurante e dominante che farà capire al cane il comportamento giusto da seguire in qualsiasi momento: questa figura si chiama CAPOBRANCO!

Il ruolo del capobranco

Il capobranco è un LEADER! È la figura dominante che da disciplina e stabilisce le regole.

Una società senza regole non può esistere e se viene ad esistere durerà poco o comunque la sua lunga o breve durata sarà portatrice di eventi negativi.

Questa premessa l’ho fatta per far capire che essendo il cane un animale sociale ha bisogno di vivere in un branco (società) con delle regole.

Essendo il branco del cane un branco misto (cane-uomo) cercherà nell’uomo una figura leader che condizionerà la sua vita per sempre.

Il capobranco, dovrà essere una persona serena, calma, rassicurante, decisa e sicura, una persona della quale ci si possa fidare e che possa prendere in mano la situazione e risolvere i problemi in ogni momento.

Il capobranco non usa mai violenza (la violenza è di chi non sa comandare e di chi non sa farsi rispettare); il capobranco non urla, non alza mai la voce e non si fa mai prendere dal panico e non ha mai paura.

Ricordiamoci sempre che il cane deve rispettare il capobranco e mai averne paura (SE SI VUOLE RISPETTO, SI PORTI RISPETTO).

Le regole del capobranco fondamentali per una perfetta convivenza

1. ESERCIZIO FISICO

È fondamentale per un perfetto equilibrio psico-fisico che in base alla razza, al tipo ed al carattere del cane può essere diverso: dalla lunga o breve passeggiata, alla corsa più o meno veloce, al riporto, al nuoto, ecc…

2. DISCIPLINA

Le regole da rispettare nel branco, quindi nell’ambiente familiare e all’esterno (in casa, in macchina, nel parco, per strada e in qualsiasi altro posto).

3. ATTENZIONI, AFFETTO, COCCOLE

Purtroppo la maggior parte dei proprietari di cani ignorano le prime due regole e passano direttamente alla terza.

Un po’ perché ignorano l’importanza delle prime due e un po’ perché la terza da più soddisfazione ed è sicuramente la più semplice e la più gratificante. Ma è molto più gratificante e soddisfacente per i proprietari stessi che per i loro cani.

Bisogna capire che l’esercizio fisico e la disciplina sono regole fondamentali per la vita di un branco.

Ora dobbiamo pensare che il cane vive in un branco misto (cane-uomo) e si aspetta che la parte umana del branco si comporti come si comporterebbe la parte canina del branco.

Ma quando il cane (cucciolo o adulto che sia) arriva in una nuova casa, viene quasi sempre destabilizzato dal comportamento incoerente del branco umano, tale da rendere il cane che è già sensibile agli umori e agli stati d’animo e ai comportamenti instabili di alcune persone, molto stressato ed in confusione.

Questo stress si manifesta con atteggiamenti che il proprietario non approva e che mandano in “tilt” tutta la famiglia.

Quasi sempre i proprietari danno la colpa al cane e non vogliono neanche pensare ed accettare l’ipotesi che se il cane ha un problema comportamentale, questo è sempre legato ad una gestione sbagliata.