Nuove frontiere della displasia dell’anca

Nuove frontiere della displasia dell’anca

Questo che leggerete è un articolo del 2006 ma ancora oggi molto valido!

Nuove frontiere della displasia dell’anca: un ulteriore aiuto agli allevatori per la selezione del riproduttore

Liberamente tratto dall’articolo apparso su “I Nostri Cani”, Marzo 2006 – Ferdinando Asnaghi & Paolo Piccinini (Centrale CELEMASCHE)

Perché siamo contro al “Prescreening” ?

Nonostante gli sforzi dei veterinari, la displasia dell’anca è ancor oggi la malattia scheletrica che crea più problemi agli allevatori.

Infatti la sinergica lotta a questa patologia non ha prodotto i risultati sperati in tempi relativamente lunghi, o meglio, ha migliorato sensibilmente, ma non ha continuato in maniera proporzionale.

Perché? Gli allevatori interessati conoscono bene come si determina la displasia dell’anca dove entrano in gioco molti fattori e riteniamo quindi superfluo, come viene regolarmente fatto invece da molti veterinari di scuola americana, illustrare la patologia ripartendo sempre da zero.

In sintesi si considerano:

  • il fattore genetico che secondo recenti statistiche influisce del 20-40 %;
  • i fattori ambientali quali nutrizione, esercizio fisico, terreni di crescita influisce del 60-80%

Un argomento molto dibattuto, e delicato per la sua complessità, da chi è impegnato nello studio e nell’ analisi della HD a livello di cinofilia ufficiale internazionale,è stato ed è attualmente il “Prescreening” cioè la famosa diagnosi precoce della HD.

La diagnosi precoce è di fatto uno dei più grandi nemici degli allevatori

Da molti anni la CeLeMaSche si è impegnata ad approfondire i veri problemi dell’HD, ma cercando anche di comprendere le problematiche dell’allevamento cinofilo nella sua completezza e complessità.

Da un lato esistono allevatori seri (la maggior parte per fortuna), che con il supporto di professionisti preparati, ricercano ufficialmente la “displasia dell’anca” applicando poi la corretta attenzione per eliminare soggetti potenzialmente pericolosi alla riproduzione.

Questi solitamente rispondono in “solido” quando il cucciolo venduto si rivela “affetto da displasia” e, anche con l’aiuto di professionisti veterinari, cercano di risolvere il problema specifico senza, come spesso accade, proporre interventi che costano in realtà più del valore del cucciolo.

D’altra parte esistono anche allevatori che “barano”, vuoi per ignoranza o per malafede, e che cercano di occultare cani displasici all’esame ufficiale.

Ebbene, con l’avvento delle nuove tecniche chirurgiche ortopediche, il barare è divenuto ancora più semplice.

Un esame precoce, una diagnosi di predisposizione a HD, un intervento facilmente mascherabile quale la “sinfiosiodesi pubica” ….. e il cane all’esame ufficiale sarà esente da HD.

Ebbene, direte voi, ma perché tutto ciò è nemico degli allevatori ?

Semplicemente perché l’allevatore, quando andrà a prendere una monta, potrà non essere certo del grado di displasia di quel cane.

E non raccontiamoci le frottole di proposte di sterilizzazione o comunicazioni all’ENCI, che sono spesso solo parole non supportate dai fatti e mai organizzate.

Chiunque ha vissuto un po’ di cinofilia lo sa chiaramente!

E’ facile capire quindi che, a parte il “business” per i veterinari ortopedici, mascherato spesso da una proposta di migliore qualità della vita del cane, la diagnosi precoce che preveda questo tipo di percorso (sinfiosiodesi pubica), diventa uno dei più grandi nemici degli allevatori.

Se poi aggiungiamo che la comunità internazionale non è ancora pienamente d’accordo sulla validità scientifica di tali metodiche, è facile comprendere quale danno morale e materiale si rischia di procurare alla cinofilia e all’allevamento del cane di razza.

Ma chi di voi allevatori non ha avuto delle radiografie a 8 mesi di grado C che si sono o confermate o migliorate sino al B?

Penso sia successo a tutti. Le prove le abbiamo personalmente in archivio della CeLeMaSche (49.000 radiografie ufficiali eseguite per chi ama i numeri).

E allora come la mettiamo?

E l’allevatore paga…

Si, paga soprattutto l’allevatore perché poi il risultato finale di tali metodiche sfocia spesso in diatribe giudiziarie dai risvolti alquanto imprevedibili.

Esempio: il cane Argo (assolutamente casuale) venduto a due mesi viene sottoposto a diagnosi precoce, viene valutato predisposto (attenzione solo predisposto) alla HD e viene operato di “sinfisiodesi pubica giovanile” (JPS)

Come la pensiamo noi?

La nostra esperienza è che la sinfisiodesi pubica giovanile è inutile. 

A quell’eta (2-3 mesi) la stragrande maggioranza dei cuccioli ha una lassità articolare, e gli esami che vengono fatti, ad esempio facendo le lastre in distrazione, ovvero forzando le anche ad uscire dall’acetablo, non fanno che evidenziarlo… sopratutto in funzione del farmaco utilizzato, delle dosi di anestesia e di quanta trazione viene fatta sulle articolazioni del cucciolo.

Conosco cani che con una presunta lassità articolare a 3 mesi hanno sviluppato solo un grado B di displasia e non è corretto proporre un’intervento di sinfisiodesi pubica giovanile a tutti i cuccioli, a prescindere!

Molte volte il tutto accade senza che ciò venga neanche comunicato all’allevatore; infatti questo viene informato quasi sempre e solamente quando gli arriva una “citazione per danni”.

Se non viene fatta preventivamente comunicazione e viene eseguito un intervento chirurgico, lo stesso ha valore legale di atto di proprietà e quindi decade la garanzia dell’allevatore, ma se invece viene comunicata all’allevatore l’intenzione di intervenire?

Come si risolve il problema visto che l’età per l’esame ufficiale è dai 12 mesi in poi per molte razze e per altre ancora dopo i 15 o i 18 mesi?

Questo è un punto assolutamente non chiaro. Da anni auspico un rapporto corretto fra allevatore e proprietario che preveda, in caso di contestazione per HD, un iter lealmente percorso:

  • prima la comunicazione,
  • poi la scelta dell’esercizio della garanzia,
  • quindi o la restituzione o la sostituzione,
  • da ultimo se ambedue d’accordo un intervento chirurgico.

Ma quando questo viene proposto a 6/8 mesi di vita con una diagnosi non ancora ufficiale per l’ENCI e, ad esempio, si propone di applicare “triplice osteotomia pelvica” che spesso costa più del cucciolo, chi paga?

Altro che i danni delle così dette “Preventive”

Chi, allevando razze predisposte, non sa dell’esistenza delle radiografie preventive, effettuate a circa 8 mesi, dice una bugia!

Ebbene se queste radiografie hanno sicuramente da un lato danneggiato i numeri statistici della Centrale e lo studio delle linee parentali, dall’altro certamente non hanno fatto riprodurre cani che avrebbero potuto divenire displasici in quanto vengono scartati precocemente.

Il metodo di diagnosi precoce potrebbe invece provocare danni ben più gravi, come abbiamo appena analizzato.

L’ausilio tecnico che le Centrali per la lettura ufficiale dell’HD ed ED e l’ENCI offrono alle razze canine non consiste nel facilitare la produzione di cani displasici per poi migliorarne la vita con la chirurgia

In un momento in cui anche l’informazione si rivolge spesso con voce tonante contro il cane di razza pura (vedi “La Repubblica”) e in modo pressappochista e accusatorio relativamente alla malattie geneticamente trasmissibili, non possiamo e non dobbiamo offrire il fianco ad affermazioni del tipo “compra un cane di razza e avrai un cane spesso malato” e soprattutto non dobbiamo creare un mondo di cani di razza che debbano convivere con terapie precoci per arginare errori di allevamento.

Non vorrei proprio sentirmi dire quello che un giorno, nelle vesti di direttore sanitario della scuola dei cani guida dei Lion’s, un riproduttore di cani (scusate ma così lo chiamo e se dovesse riconoscersi può pure farmi causa) mi disse: “Io procuro i cani alla scuola ma non voglio sentir parlare di esami della displasia perché basta una “sinfisiodesi” a tutti i cuccioli a tre mesi e il problema non esiste più”.

Moralmente, come veterinario e allevatore non posso accettarlo: è maltrattamento genetico.

Gli allevatori italiani hanno a disposizione un Ente che ha dato loro gli strumenti per selezionare i cani senza dover ricorrere a sotterfugi e, nel caso dell’HD, le centrali ufficiali questo devono fare.

Il nostro obiettivo è un cane di razza bello e sano

Si, spesso questo lo dimentichiamo tutti, il nostro è un cane di razza, e una razza non è solo un fenotipo estetico, ma un insieme di un fenotipo e genotipo che corrispondano per quanto possibile alla salute e all’attitudine per cui il cane è stato allevato.

Ebbene il concetto di bello e sano è spesso un binomio che costa fatiche immense, anni di selezione e anche, perchè no, un po’ di fortuna. L’ENCI ha dato gli strumenti per poter selezionare sulla HD: usiamoli, ma usiamoli senza far emergere un sommerso di interessi di altre categorie professionali a danno delle razze canine.

La chirurgia come scelta “ultima per migliorare la vita di un cane “ e non come mezzo per sanare l’allevamento.

In buona sostanza, la scelta della chirurgia deve essere oculata in un cane di razza, ma soprattutto deve essere solo un mezzo per dare una buona qualità di vita a un cane affetto da displasia dell’anca. Una eventuale scelta da fare con grande senso di responsabilità

Personalmente non mi sento di sostenere che una diagnosi precoce sia sicura al 100%, e ancor meno mi sento di intervenire chirurgicamente su un soggetto che mostra solo segni di predisposizione a questa patologia.

In ogni caso, penso che tutto ciò non sia di pertinenza di coloro che operano la selezione di una razza e/o lavorano a sostegno dell’allevamento, ma bensì di determinate classi di Veterinari (gli ortopedici appunto).

A fine di questo approfondimento, siamo fortemente convinti che il fattore alimentare e lo stile di vita del cucciolo nel primo anno sono elementi determinanti nello sviluppo della displasia.

Bibliografia
Carnier P., Gallo L., Sturaro E., Piccinini P., Bittante G.,: “Prevalence of spondylosis deformans and estimates of genetics parameters for the degree of osteophytes development in Italian Boxer dogs”, Journal of Animal Science, 2004, 82: 85-92

Sturaro E., Menegazzo L., Piccinini P., Bittante G., Carnier P., Gallo L., “Prevalence and genetic parameters for hip dysplasia in Italian populations of purebred dogs”, Italian Journal of Animal Science. In corso di pubblicazione.

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